L' obelisco nero by E.M. Remarque

L' obelisco nero by E.M. Remarque

autore:E.M. Remarque
La lingua: eng
Format: mobi, epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XIV

Il Club di Poesia è riunito da Eduard. La "gita sociale" al bordello è cosa decisa. Otto Bambuss se ne ripromette il rinsanguamento della sua lirica; Hans Hungermann vi cerca delle "eccitazioni" per il suo Casanova e per un ciclo di ritmi liberi diavolo femmina; perfino Mathias Grund, il poeta de Il libro della morte, spera di trovarvi qualche spunto vivace per l'ultimo delirio di un paranoico. «Perché non vieni con noi, Eduard?» chiedo.

«Non ne ho la necessità» mi risponde con un certo disagio. «Ho tutto ciò che mi occorre.»

«Ah sì? Ce l'hai?» So quello che vuol lasciarmi immaginare, e so anche che mente.

«Lui dorme con tutte le cameriere del suo albergo» dice Hans Hungermann. «Se si rifiutano, le licenzia, è un vero amico del popolo.»

«Cameriere! Questo lo faresti tu! Ritmi liberi, amore libero! Io no. Certe cose non si fanno in casa propria: è una vecchia massima.»

«Neppure con le clienti?»

«Clienti!» Eduard volge gli occhi al cielo. «Con quelle, a volte, non ci si può tirare indietro. La duchessa di BellArmin, per esempio...» Si interrompe.

«Per esempio che cosa?» chiedo.

Eduard si schermisce. «Un gentiluomo è tenuto alla discrezione.»

Hungermann è preso da un attacco di tosse. «Bella discrezione! Quanti anni aveva? Ottanta?»

Eduard sorride sprezzante; ma un attimo dopo il sorriso cade dalla sua faccia come una maschera il cui laccio si è spezzato: è entrato Valentin Busch. Non è uomo di lettere, ma ha deciso di unirsi a noi nella gita. Vuole essere presente al momento in cui Bambuss perderà la sua verginità. «Come va, Eduard?» chiede. «Bello essere ancora in vita, no? Altrimenti non avresti potuto goderti quella tal cosa con la duchessa.»

«È proprio vero? Come lo sai?» chiedo sinceramente sorpreso.

«Ho sentito soltanto che ne parlavate, mentre ero fuori in corridoio. Parlate a voce talmente alta!

Senza dubbio avete già bevuto parecchio. A ogni modo non contesto a Eduard la sua duchessa; anzi, mi rallegro di essere stato io a tenerlo in vita per lei.»

«La cosa risale a molto tempo prima della guerra» s'affretta a dire Eduard, presentendo un nuovo attentato alla sua cantina.

«Bene, bene» risponde Valentin arrendevole. «Ma avrai pur continuato a fare la tua parte di uomo anche dopo la guerra, e qualche bella esperienza non ti sarà mancata.»

«Con i tempi che corrono!»

«Appunto! Quando l'uomo è disperato, è più incline all'avventura. E di questi tempi le duchesse, le principesse e le contesse sono molto disperate. Inflazione, repubblica, niente armata imperiale: tutte cose che possono facilmente spezzare un cuore aristocratico! Che ne diresti di una buona bottiglia, Eduard?»

«Ora non ho tempo» risponde Eduard con presenza di spirito. «Mi dispiace, Valentin, ma oggi non è possibile. Il Club fa una gita sociale.»

«Hai dunque deciso di venire?» chiedo.

«Naturalmente! Nella mia qualità di tesoriere devo venire. Prima non ci avevo pensato. Ma il dovere è dovere.»

Rido. Valentin mi strizza l'occhio e si guarda bene dal dire che anche lui è della partita. Eduard sorride, convinto di aver risparmiato una bottiglia. Dunque armonia perfetta.

Partiamo. È una serata splendida. La nostra meta è il numero 12 in Via della Stazione.



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